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 Maria Luisa Zappi

 
BIOGRAFIA - Zappi e le arti applicate: moda, mobili per l'arredamento, scenografia, ceramica

L'istituto "Dosso Dossi", con i suoi corsi sia artistici che tecnici, ha sempre rappresentato per Ferrara una sorta di scuola d'arte e di mestieri, per cui, considerando anche le influenze della zia Clara, non ci sorprendono sia un'attenzione iniziale, sia un'evoluzione, attualmente prevalente rispetto alla pittura tout court, di Maria Luisa verso le cosiddette arti applicate, che ora occupano sempre nuovi spazi in parallelo al progredire della creatività di coloro che le coltivano. L'adolescente studentella sperimentava, assieme ad una compagna di nome Lia, applicazioni da stilista di moda, tagliando e confezionando dei "porta pigiamini" per bambini, anticipando così anche una futura vocazione imprenditoriale verso l'artigianato artistico. In parallelo a questo ricordo, non ci sorprende quindi trovare, nel 1980, Maria Luisa impegnata in incontri didattici presso la scuola per figurinisti e disegnatori su stoffa della sua città.

Derogando da un percorso strettamente cronologico per privilegiare quello tematico-analogico, viene spontaneo registrare subito l'opera recente della Zappi nella decorazione dei mobili per l'arredamento. Riviste specializzate, quali "La mia casa", "Casaviva" e "A.D.", in questi ultimi anni hanno pubblicato e reclamizzato la produzione di mobili (credenze ed armadi) di importani ditte e di noti designer, decorati manualmente da Maria Luisa. L'impegno dura tuttora, su richiesta pervenuta dalla Svizzera (Mendrisio), orientato verso il genere delle "architetture dipinte", basate sulle suggestioni scenografiche e sulla dinamica incidenza delle luci sopra le linee curve colorate.

La scenografia è stata proprio, e per lungo tempo, disciplina privilegiata dalla Zappi, che, a partire dalla metà degli anni '80 e per otto anni, ha collaborato all'attività della compagnia "I Legnanesi", che dalla ribalta brianzola approdò a riconoscimenti nazionali e internazionali, sotto la direzione di Felice Musazzi.

Ricordando ancora una volta che la zia Clara effettuò attorno al 1925, nel proprio atelier "A.P.I." a Palazzo Muzzarelli-Crema, un recupero della ceramica graffita ferrarese, non poteva mancare nel curriculum artistico di Maria Luisa tale applicazione. Nel 1978, nel suo "Salotto dell'Arte" a Legnano, in via Resegone 70, progetta e realizza un laboratorio di ceramica artistica per una quarantina di allievi, alcuni portatori di handicap; lei stessa osserva, dopo aver effettuato una mirata indagine, che possono esistere esiti occupazionali nel settore, più che in quello meccanico o elettromeccanico e che i giovani subnormali sono particolarmente emotivi verso il colore.

Non scevra da difficoltà, sia di finanziamento che di coinvolgimento di altri insegnanti, nonchè da polemiche strumentali, l'iniziativa, che attira l'attenzione della stampa, per il coinvolgimento delle associazioni a tutela degli handicappati.

 

SEZIONI:

  1. ZAPPI E LE ARTI APPLICATE: MODA...