Pinocchio è la “nostra” favola  della nostra infanzia, ed è una favola tipicamente italiana. Parla toscano, ha  di fianco i carabinieri e si vende l’abbecedario. Pinocchio è la nostra  infanzia: non compie una, ma mille disobbedienze, birbonate, trasgressioni e le  fa tutte con l’ostinazione del bambino curioso che vuol conoscere il mondo. La  sua storia è un po’ il cammino dell’esperienza per crescere, per lasciare il  legno e diventare uomo. 
        Oggi nasce “Vetrocchio”. E’ il  fratello “letterario” di Pinocchio. Viene al mondo per festeggiare cent’anni di  Pinocchio e come lui ha un padre: l’Oste Beone, al tempo Nelio Barchi, un  ristoratore che ama tanto il suo mestiere da trasformarlo in opere d’arte. 
        Il suo Vetrocchio è fatto di  fiaschi e di bottiglie e quando dice bugie il naso non diventa lungo, diventa  rosso, come si conviene al figlio di un Oste Beone.
        Per vivere, Vetrocchio ha avuto  bisogno anche di una madre, di un’artista che desse corpo in una immagine  concreta. La pittrice Maria Luisa Zappi ha compiuto il miracolo della forma. 
        Noi le auguriamo che il suo verde  e trasparente Vetrocchio diventi come la forma legnosa di Pinocchio, un simbolo  dei nostri sogni, delle illusioni dei piccoli lettori quali questa opera è  rivolta. (Prefazione di Mariapaola Colombo Svevo) 
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