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 Maria Luisa Zappi

 
BIOGRAFIA - Terapia Zappi: la pittura

Maria Luisa identifica la farfalla "tinta dal sole" con l'essere umano, le fa dire <<sono un'opera d'arte>>; di lei stessa dice <<sono un rosso vermiglio, che ama l'azzurro ceruleo e amo tutta me stessa perchè sono colore (...) sono io dentro in quei colori (...)>>.

Quando guarda le sue tele, osserva i colori <<che un giorno volevo conoscere; ora li ho qui, fra le mani, nei pennelli, nel cervello, nel cuore e ho paura!>>, perchè <<io [sono] qui, con i miei colori. Sarò accettata?>> Ha paura degli occhi che sfilano a guardare i suoi segni e i suoi colori, però si riprende, dal momento che <<io sono dentro, ogni mio quadro parla della mia vita>>, in cui <<il mio lavoro e la mia pittura>> valgono quanto la casa e la figlia.

La pittura recente, almeno dal 1996, pur risentendo della partenza sia dall'impressionismo (come fecero i ferraresi Capuzzo, Tassini e Giatti) di stampo cromatico, da cui riceve luci e colori festosi, sia dal periodo macchiaiolo, è una sorta di "diario di viaggio".

Figura e ambienti privilegiano sempre incisivamente i luoghi della povertà, realisticamente descritti ed in atmosfere di solitudine, facendo ricordare la lezione di Grosz o quella più recente del Sacco e Vanzetti di Benshahn. Altri riferimenti a scuole e tendenze - tante sono riscontrabili nelle opere della Zappi - saranno evidenziate in questo contesto; ella eleva, in uno scritto, a simbolo dell'arte che assomiglia a Dio, "Il Genio" Toulouse Lautrec, le cui tele fanno "vivere" la gente, ma nelle opere di Maria Luisa sono evidenti anche le attenzioni per Cezanne, Matisse, Braque, Rembrand, che lei individua, in un suo appunto, come riferimento principale per i copisti.

Guida alle opere e gallery fotografica


 

SEZIONI:

  1. TERAPIA ZAPPI: LA PITTURA